Varie e ambigue controversie accompagnano la mia fragile adolescenza. Incertezze, amori infranti e incomprensioni fanno di me un deluso.
Così frugando di giorno in giorno dentro di me, comincia la mia tortuosa ricerca. Mi trovo così per caso attratto e insolitamente sorpreso di sentirmi nutrito, dalla forma e dai colori e dagli infiniti spazi che l’arte ti offre, forse perchè già ne respiravo l’aria da un pò, per via di mio padre sensibile ed eclettico arredatore, forse perché?
Comincio così ad inondarmi di nuove forme e spazi, moderni o logorati dal tempo, come le antiche sculture da immense architetture e da logorate pitture. Queste si fondono in me, prendendo un posto nella mia mente. Dove lì maturano e cercano all’infinito di ricongiungersi ad altre realtà artistiche, viaggiando nel tempo e nello spazio, non solo storico, ma anche della mia mente. Questo sarà un viaggio per me infinito, che mi porterà in luoghi lontani dal mio posto natio, così che viaggiando tra il British, gli Uffizi e tra le libertà e le maestosità architettoniche romane, trovo la mia Pittura, a volte astratta e a volte figurativa, Gli spazi si riducono ai minimi termini, e sembra che tutto voglia essere nel medesimo spazio, nello stesso tempo contemporaneamente, “non c’è tempo”, quindi da perdere per esternare, la voglia di voler essere di ogni tempo anche quello andato, e nell’inquietudine del tempo che deve ancora venire.
Scritta da Luigi Alampo 2002
Premi
Eliodoro
Rassegna Nazionale d'Arte
1° premio creatività
Amici del Quadrato
Premio
5° Biennale Nazionale d'Arte Artisti Protagonisti 2002